L’episiotomia

L’episiotomia è una incisione dei tessuti perineali che viene eseguita per allargare l’apertura della vulva durante il parto e creare un maggiore spazio al bambino per permettergli di nascere più rapidamente se ce ne fosse il bisogno. Dovrebbe essere praticata occasionalmente e solo nel 5% dei parti ovvero quando effettivamente c’è una indicazione di bisogno, per ridurre il rischio di traumi materni -come gravi lacerazioni, parti operativi con la ventosa, perineo rigido o cicatriziale – o quando il bambino deve nascere nel più breve tempo possibile.

 


Purtroppo nei tempi passati era una procedura che veniva praticata a tutte le donne routinariamente perchè si pensava potesse prevenire i vari problemi femminili causati da una cattiva assistenza del parto come i prolassi uterini e vescicali, le lacerazioni maggiori o altri traumi.
Le ultime evidenze scientifiche, invece, hanno evidenziato come una lacerazione di I o II grado sia preferibile di una episiotomia e si chiede quindi alle ostetriche e ai ginecologi di ridurre l’uso di questa pratica e di usarla solo quando è realmemente necessaria, ovvero quando il bambino deve nascere il più rapidamente possibile.
Spesso viene praticata l’episiotomia pensando che la donna possa lacerarsi maggiormente, gli studi hanno evidenziato come, se non si interviene:

  • una probabilità maggiore di avere un perineo intatto (29% vs 10%);
  • o solamente un trauma perineale minore (39% vs 13%);
  • meno dolore perineale in puerperio.
  • Non vi sono invece differenze nelle lacerazioni maggiori di terzo grado e nei traumi perineali anteriori, oltre che nelle concentrazioni di emoglobina, nei punteggi di Apgar e nelle determinazioni di pH dell’arteria ombelicale.

Quindi è meglio non praticare l’episiotomia!! Anzi, la maggior parte degli autori riporta un decremento della funzionalità del pavimento pelvico nelle donne sottoposte ad episiotomia (non protegge da incontinenza urinaria, fecale o prolasso genitale nel periodo compreso tra tre mesi e 5 anni dopo il parto).

Le lacerazioni vengono classificate in base alla profondità e ai tessuti che si lacerano. Una lacerazione di primo grado interessa la mucosa vaginale senza interessare i muscoli perineali.
Una lacerazione di secondo grado interessa invece sia la mucosa che i muscoli perineali.
Lacerazioni di terzo grado sono più importanti e interessano alcune o tutte le fibre dello sfintere anale mentre quelle di quarto grado interessano anche la mucosa rettale. L’episiotomia viene definita come una lacerazione di secondo grado.
Dal momento che è una incisione chirurgica e l’esistenza dell’Articolo 32 della costituzione italiana la donna dovrebbe dare il suo consenso prima che sia praticata o essere avvisata che sta per essere eseguita nel caso di una urgenza.

Articolo 32
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Se la donna non desidera una episiotomia al momento di entrare in ospedale può comunicarlo alle ostetriche sia oralmente che presentando la Mappa del Parto (Birth Plain) ed esigendo che non sia violato l’Articolo 32 della costituzione.

Il perineo dovrebbe essere adeguatamente anestetizzato prima dell’incisione anche se spesso questa viene praticata durante una contrazione e mentre la donna spinge, in questo caso il perineo è molto disteso dalla pressione della testa bel bambino e la donna spesso non sente il taglio. E’ necessario comunque parlarne con la donna prima ed accertarsi che non senta. Se la donna sente l’episiotomia non dovrebbe essere praticata, se fosse fatta sia anestetico o senza il suo consenso la donna dovrebbe esporre un reclamo.
Le incisioni possono essere di due tipi: mediolaterali o mediane (come si vede nell’immagine sopra), in base all’orientamento del taglio rispetto all’ano e alle tuberosità ischiatiche. Quella mediolaterale è inclinata di 45° rispetto alla linea mediana tra l’ano e le tuberosità ischiatiche mentre quella mediana segue la linea dell’inserzione dei muscoli perineali, ovvero verso l’ano, questa è meno frequente come incisione.
Se la donna assume delle posizioni verticali (come accovacciata, in piedi, carponi, inginocchiata) durante il travaglio e il periodo espulsivo, il momento in cui la donna spinge per far nascere il bambino, il rischio di lacerazioni diminuisce perchè il perineo ha il tempo di distendersi ed è aiutato dalla pressione della testa del bambino.
Quindi per ridurre le lacerazioni e anche il ricorso all’episiotomia la donna può assumere posizioni libere e verticali.
La sutura viene eseguita normalmente dopo che la zona è stata anestetizzata con delle punture di anestetico (infiltrazioni) e usando dei fili riassorbibili, fili che dopo circa 7-14 giorni cascano da soli. Capita spesso che i punti possano restare per più tempo e possano causare prurito perchè i tessuti della vulva che per il parto si erano modificati, dopo qualche giorno invece si sono rimodificati dopo la nascita del bambino e potrebbe essere necessaria una visita ostetrica per eliminare tali punti non più necessari che tardano a cascare e creano solo fastidio facendo tirare la pelle.
La sutura può essere un intervento che dura più del pensato perchè non è facile capire bene come sistemare i vari tessuti prima di dare i punti, questo perchè è importante che la mucosa vaginale e/o i muscoli siano cuciti nella bene per non avere una cicatrizzazione dei tessuti sbagliata. Alla donna può sembrare che vengano dati molti punti, come accennato prima con l’episiotomia vengono tagliati anche i muscoli che devono essere cuciti con punti interni che poi non sono visibili, e spesso ogni punto è formato “da più punti” e questi alla fine non saranno percepiti.
Alla fine viene ricucita la parte di mucosa vaginale che può essere più o meno profonda in vagina e infine viene dato qualche punto alla parte di pelle che è stata tagliata, quella che si potrà sentire quando la donna si laverà o asciugherà, spesso in questa zona i punti sono pochi perchè il taglio in questa zona è corto. Questi sono i punti che mentre sono dati possono essere i più dolorosi durante la sutura perchè la pelle è molto sensibile.
E’ importante che se la donna percepisce del dolore lo comunichi al medico per avere più anestesia al fine di non avvertire dolore e insista per ottenerlo anche se il medico dice che ci son solo pochi punti da dare.

SaperiDoc – L’episiotomia
“Manuale di sala parto” di Alberto Valle, Salvatore Bottino, Virginio Meregalli, Alberto Zanini

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