Voci del perineo: ecco la mia storia

Pelvik ha lanciato una bellissima iniziativa: raccogliere le storie dei perinei per promuovere la salute del perineo! Voci del perineo (clicca per andare)

Bellissima ovviamente perchè l’idea gliel’ho data io dopo aver letto i commenti di alcune donne al post sulla prevenzione che ho scritto. Queste donne raccontavano la loro esperienza, dura e difficile, per far si che altre sapessero.

Si tratta di scrivere la propria storia e di condividerla, in forma anonima o pubblica in base a come una si sente più a suo agio.
I commenti sono solo stati una specie di richiamo, non c’è incontro dove almeno una donna (per non dire quasi tutte) mi racconti la storia della sua intimità. Che sia la vagina, l’utero, le ovaia, il pavimento pelvico, perchè si, tutto è connesso.

Fin dal primo incontro con le coppette mestruali ho capito che non posso parlare alle donne di quello che è femminile senza avere chiare conoscenze sulla salute e patologia del pavimento pelvico. Quindi mi son messa a studiare, dimenticando la mia parte esperienziale e dimenticando di ascoltarmi.

Ci sono storie di donne normali e ognuna interessante. Non importa aver avuto figli per aver qualcosa da dire. Mi piacerebbe che ce ne siano tante, così in tante potranno ritrovarsi ed intraprendere un proprio percorso per prendersi cura di se stesse. Potete leggere le istruzioni per mandare i propri racconti (anche in anonimato) qua sull’evento di facebook
Qua sotto vi racconto la mia. A volte mi chiedo se son diventata brava ad ascoltare le donne per quello che è stato il mio vissuto, e se grazie alle donne poi son riuscita anche ad ascoltare finalmente me stessa…

Credo di aver sempre avuto coscienza dei muscoli della mia vagina e forse è per questo che tutto mi è stato facile dopo (molto dopo). Ma non avevo idea di cosa fosse il pavimento pelvico, nemmeno quando mi si è contratto per via delle violenze psicologiche di mia nonna e l’indifferenza di mio padre, e da un giorno all’altro le mestruazioni diventarono un dolore insopportabile. Mi ritrovavo rannicchiata a terra durante l’orario di lavoro, e lavoravo in una cucina. Una volta mia sorella è venuta a prendermi in farmacia, ero andata a comprare gli antidoloricifi.
Dopo, quando già studiavo ostetricia -ma ahimè non è che proprio ci insegnino molto anche se sarebbe la prima cosa da fare al corso di anatomia- il mio ex mi tradì e io non pronta a restare sola, ci misi una pietra sopra. Scelta non condivisa dalla mia vagina. Quindi scelse lo sciopero. Vaginismo selettivo. Per sei mesi nulla poteva entrare, beh, forse solo lui. Preoccupata feci una visita ginecologica e la ginecologa non scoprì nulla. Ma non credo sapesse valutare un pavimento pelvico altrimenti avrebbe ascoltato più di quello che le parole dicono. Tornai a casa mezza convinta ma in un qualche modo passò. Solo che ci misi qualche altro anno a lasciare l’ex.
Altra botta di vita gliel’ho data con l’ex successivo. Lui mi face sentire in luna di miele per i primi mesi, o almeno così volevo credere all’inizio, e poi diede il via al circolo delle violenze psicologiche. Avevo iniziato quella relazione devastata e avrei voluto credere a qualsiasi cosa, quindi mi trasferii subito da lui a convivere. Come al solito il corpo metabolizza prima, sente quello che il cervello non vuole vedere: il mio cervello vedeva il fidanzato ‘perfetto’ e il mio corpo sentiva la violenza celata. Il mio sistema immunitario chiuse bottega, iniziai a soffrire pesantemente di allergia agli acari e ai cani, ed anche all’anello contraccettivo. Avevo continuamente bruciore, dolore, gonfiore e taglietti sparsi. E con il tempo anche altri sintomi connessi alla vulvodinia, come le punture di spillo, un dolore atroce anche solo a lavarmi la vulva o sfiorare il clitoride. Ma come al solito non volevo darmi le risposte più ovvie: allergia all’anello e al fidanzato. Il ginecologo mi disse solo “non è l’anello, metta delle fitostimoline, e volendo l’anello non le risolve la PCOS che ha, potrebbe passare a qualcosa di più forte” e quello mio di fiducia mi rispose “beh, ormai per queste cose sei più esperta tu di me”.
Smisi con l’anello anticoncezionale, dopo 2 mesi la situazione era nettamente migliorata ma non potevo mettere pantaloni stretti o andare in bicicleta, perchè andavano a risvegliare quella sensazione di punture di spillo sul monte di venere e sopra il clitoride, e non di rado anche taglietti sulla vulva. Benvenuta vulvodinia!
Solo quando mi son trovata da sola, finalmente da sola, ho capito che ogni segnale che mi dava il mio corpo era un messaggio. Ho capito che avevo un pavimento pelvico ipertonico grazie alle coppette mestruali, e ovviamente unendo le cose avute nel passato.
Ho iniziato ad ascoltarmi e le cose sono nettamente migliorate. Ma non del tutto.
Solo quando ho trovato la mia terapista cranio sacrale ho iniziato davvero a prendermi cura del mio pavimento pelvico. Lei manualmente è andata a sciogliermi le tensioni e così ho potuto accogliere anche quelle della mia testa. Tra che i miei muscoli erano stanchi di stare sempre contratti e che ho mollato la presa solo su alcuni fronti, sempre grazie alla coppetta ho scoperto che le mie pareti vaginali iniziavano ad avere dei prolassi, quindi ho deciso di andare anche da una ostetrica per la riabilitazione.
Ora sto imparando a respirare, a coordinare i miei diaframmi e il mio respiro. La cosa che mi riesce più difficile è imparare a non stare contratta, e spero prima o poi di riuscire perchè è una specie di cane che si morde la coda. Da quando ho iniziato a rilassare il mio pavimento pelvico anche la mia sessualità è rinata, sarà che inizio a rilassare anche i neuroni!

ps: con i trattamenti cranio sacrali e la respirazione, praticamente mi son scomparsi i dolori mestruali!

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Psicologa Cecilia Autelli

Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica

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