Un giorno mi perdonerò

Spesso una donna che ha subito una violenza si sente in colpa.

Perchè si sente responsabile.
Perchè pensa che poteva fare diversamente.
Perchè doveva capirlo prima.
Perchè forse avrebbe ‘potuto aiutarlo’ o ‘capirlo’.
Perchè poverino è per la vita triste che ha avuto.
Perchè si arrabbia facilmente perchè è stanco.
Perchè il padre lo maltrattava.
Perchè non doveva farlo arrabbiare.
Perchè non doveva stuzzicarlo.
Perchè ha permesso a qualcuno di trattarla male.
Perchè ha permesso a qualcuno di piacchiarla.
Perchè ha lasciato che qualcuno la facesse sentire una nullità.
Perchè non è andata via in tempo.
Perchè non ha ascoltato le amiche.
Perchè dopo sentendolo solo, sente di averlo abbandonato.

Perchè per tutto il tempo in cui ha subito una violenza le colpe erano tutte sue….mie.
E’ colpa tua se mi fai arrabbiare.
E’ che tu mi stuzzichi e sai che non devi farlo.
E’ colpa tua che parli in modo che mi disturba.
E’ colpa tua se ti picchio.
E’ colpa tua se ora non puoi uscire con le tue amiche perchè mi fai ingelosire.
E’ colpa tua…

Un giorno mi perdonerò.
Del male che mi sono fatta.
Del male che mi sono fatta fare.
E mi stringerò così forte, da non lasciarmi più.
Emily Dickinson

Fino a pochi mesi fa dicevo a me stessa e agli altri “gli ho permesso di trattarmi così”.

Come se lui mi avesse chiesto:

“scusa, ti posso urlare contro? posso inveire contro di te? posso trattarti come se quello che dici fosse da scemi e io capisco già dalla prima parola cosa vuoi dirmi? posso portarti via il sorriso e i tuoi colori? la tua voglia di vivere? posso uccidere la tua creatività? posso obbligarti a fare quello che voglio io? posso in definitiva ridurti a una ombra di te stessa?”

No, non me lo ha chiesto.
E se lo avesse fatto dubito che avrei detto “ma certo, fallo pure. Al momento sono anche vulnerabile. Uccidimi dentro.”

Io non ho potuto fare nessuna scelta. Lui ne aveva due, e ha scelto quella che mi ha fatto più male.

Avevo iniziato un percorso per diventare volontaria alla casa della donna. E mi sono presentata proprio con quella frase “ho subito violenze e gli ho permesso di farlo”. Finito il periodo di incontri non sono riuscita a portare avanti le cose perchè era stato pesante, molto. Non mi sentivo e forse non mi sento tutt’ora in grado perchè quando mi relaziono con un’altra donna che ha subito una violenza, rivive in me il dolore come se fosse ieri. Perchè è questo che succede quando le cicatrici sono ancora fresche, almeno per me. E forse, e dico forse, ora che potrei gestire meglio il mio turbinio di emozioni ho poco tempo da regalare.

La domanda che mi pongo è se sarà sempre così e dovrò imparare a conviverci o se accetterò questo dolore e richiamarlo alla memoria farà sempre meno male.

Ora che da qualche mese sono consapevole di questo altro pezzo di me. Che ho perdonato me stessa perchè io non ho proprio dato nessun permesso, mi domando cosa quelle due donne abbiano pensato ascoltandomi. Forse che per come ero in quel momento era quello che mi serviva per fare un altro piccolo passo avanti per perdonarmi.

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Sono Carolina Celsan, laureata con Lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel 2019. Dopo quasi 5 anni di esperienza ospedaliera, ho capito che

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