Le cucine della mia vita

Ormai per sapere in quante cucine ho vissuto devo fermarmi e contare le case dove ho vissuto, le case che mi accolgono più stabilmente…
In ogni casa c’è una cucina…. non so se considero di più una casa perchè è una casa dove dormo per la maggior parte del tempo o per la cucina dove cucino per le persone che amo. Quindi farò due conti separati.

La primissima casa dove ho vissuto fino ai due anni circa che manco ricordo, ma c’è una foto con mia sorella sul tetto tutta nuda con una scopa che fa la strega. Ecco, questo è l’unico ricordo che associo alla casa.

(io e la Spora, già al tempo mostrava propensione a rendere le donne più femminili e mi usava come cavia)

La casa dove ho vissuto per quasi 8 anni nel mio paesello in Argentina. La mia prima casa. Non so come ma ricordo ancora quando non aveva il tetto ma solo le mura e ricordo una gita che avevamo fatto per prendere dei sassi tondi al fiume così che potevamo fare un muretto di cinta. In quella casa ho solo giocato all’inizio, mi ricordo di una torta che cucinammo con mia sorella. Ci piaceva molto l’impasto crudo e ci mangiammo quasi metà torta. Alla fine ne venne metà e la scusa fu “che non era lievitata”. Ho cucinato poi “all’italiana” quando son ritornata a far visita…suscitando sempre tanti applausi…ci vuole poco a far passare per buoni degli spaghetti quando non li stracuoci!

Per un breve periodo sono stata a casa di mia zia ma la considero comunque la mia casa, quella che lo sarà per sempre. Ho imparato a cucinare guardando mia zia. Non mi ha mai messo il coltello in mano e detto “ora fai te”, solo in alcuni casi in cui dovevo aiutarla per pulire i polli o fare da secondo, ma questo dopo vari anni. Per tanti anni sono rimasta nel silenzio, a guardare e ad assaggiare. Credo di essere la preferita di mia zia quando si tratta di assaggiare e dare una critica, ho ottime papille e non mi perdo in complimenti inutili. Solo che mia zia è “le cose vanno fatte in questo modo sennò sono fatte male” quindi meno cucino nella sua cucina meglio è. Ultimamente sarà la vecchiaia, sarà che son davvero brava, volano i complimenti.

 

Nel settembre del 1991 andammo in una casa tutta nostra e là ci fu la mia primissima cucina. Per un anno fu tutta mia, tutta per i miei esperimenti. Mio padre faceva l’operaio e tornava per cena, mia sorella era adolescente. Io 2 giorni su 6 mangiavo a scuola e gli altri mi divertivo a farmi la pasta mentre guardavo la signora in giallo. Ricordo che mio padre aveva recuperato un frullatore che però bruciai dopo poco. Ricordo dei biscotti alla banana mollacciosissimi, ma ricordo anche che riuscii a fare una buona torta per il compleanno dei 40 anni di mio padre con 40 candeline sopra. Cucinare era più una necessità che una passione anche se la passione già c’era, perchè oltre a dovermi sfamare dovevo sopravvivere alle uniche 2 pietanze che al tempo mio padre faceva: pollo alla birra coi piselli e pasta col tonno, pomodoro e piselli. Poi arrivò Morticia che però non sapeva cucinare, e io ogni tanto cercavo di ri-appropriarmi dei fornelli. Poi Morticia si trovò una casa sua.

Alla soglia dei miei 14 anni ritraslocammo, era la volta della casa in via Siciliani. Fu la svolta. Ero più padrona della mia cucina, delle mie teglie e pentole, inscatolai tutto io. Risistemai tutto io (anche se mio padre mi fa ancora pesare che il trasloco lo fece tutto lui che io ero in Argentina…ghghgh) Organizzavo festini, preparavo le torte per i compleanni, ero quella che portava le cose buone alle scampagnate e che non erano fatte dalla mamma, ero quella che cucinava insomma!

Per i 18 quasi come un regalo per la maggiore età mio padre comprò casa e ebbi l’onore di progettare tutta la cucina nel poco spazio che avevo. Peccato che la mia indipendenza durò poco perchè arrivò la mia nonna malefica che da brava dittatrice volle modificare l’ordine delle cose in dispensa, decidere sui cibi e scassare le balle.

 

Fortuna che al tempo trovai lavoro come aiuto cuoco alla Limonaia. Lo Zio Vince diede sfogo a tutta la mia creatività tra i vassoi di tartine, i piatti di affettati elaborati e la composizione dei vasi di fiori. Era un lavoro magico, creare piccoli e temporanei quadri con il cibo in quella piccola cucina dove diciamo ero l’unica presente.

 

Poi arrivò il tempo che presi coraggio e mi trasferii a Verona, altra casa in affitto, una cucina di 2x2mq, 4 fornelli striminziti. Ma ero contenta. Facevo la pasta fresca, il pane, inventavo, non c’era nessuno che mi fermava o mi insultava (la nonna malefica). Anche se avevo sempre a che fare con un doppio menù, c’era chi tutti i giorni non mangiava le verdure in nessun modo possibile.

Poi sempre a Verona ho comprato casa e se ve lo ricordate mi son ri-progettata e costruita la cucina come volevo io. Cazzo se era bella e funzionale! c’era il posto per tutto e in quei fornelli da 70 cm potevo cucinare contemporaneamente un sacco di roba e ovviamente anche bruciarla visto che di solito sono in grado di bruciare più cose insieme.

Apro una parentesi… non ha uno spazio temporale perchè torna ogni volta che vado a Roma. A Roma ho una casa che sarà sempre una delle mie tante case, la casa della Princess dove sempre e dico sempre sto ai fornelli. Ormai è una abitudine. “Violeta cucina, vai di là e aiutala”

 

Per quasi 3 anni sono stata in una grande casa ma che aveva una cucina minuscola, tutte le mie cose le ho stipate arrangiandomi dove ho trovato spazio… e ho dovuto fare i conti con le cose che aveva il mio ex che non eguagliano le mie. Abbiamo cucinato insieme, ho dovuto imparare a condividere gli spazi cosa che non è stata facile per me, soprattutto quando l’altro non comprende il tuo modo di cucinare e segue le ricette e ti tratta da sguattera -almeno per quando cucinava lui e io stavo facendo altro…-
E’ stata la cucina dove ho dato il via alla cucina naturale, ai corsi con le mamme e i bambini. Dove ho detto addio ai latticini e di passo ho iniziato a mangiare radicalmente meno carne.

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Ora cucino in una casa di transizione. Una casa -passatemi il termine- tutta mia, nessuno che mi rompe, che decide cosa devo avere nel frigo o a che ora mettere su la cena. Faccio la spesa agli orari più insoliti, cucino quando e cosa voglio. E sperimento ancora di più le ricette vegane non avendo nessun limite. Gertrude -la mia pasta madre- dal frigo mi tiene compagnia, ogni tanto le mie piante aromatiche si suicidano, i miei piatti continuano a crescere perchè continuo a comprarli anche se non ne ho bisogno, ma è così bello impiattare e far le foto che sinceramente non mi interessa…

bel piattobel piatto 2hamburger vegetale

Ho vissuto in 10 case
Ho cucinato in 11 case
Continuo a cucinare in 4 di esse… chissà quante altre case cambierò e quante cucine passeranno sotto le mie pentole!

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