Credo che la mia passione per gli attrezzi abbia origine fin dalla mia tenera età, segnata da un evento direi leggendario….io purtroppo non ho ricordi, ho solo una bella saetta sul palmo della mia mano sinistra e svariate piccole cicatrici sparse su entrambe le mani che mi ricordano che qualcosa avvenne.
Avevo si e no 2 anni, ero una provetta gattonatrice di quelle silenziose, restavo ferma seduta progettando il piano d’attacco e una volta realizzato partivo zitta zitta verso l’obiettivo.
Fu così che, lasciata scorrazzare libera nell’officina meccanica di mio padre, puntai un marchingegno che mi incuriosiva, e purtroppo lo raggiunsi e ci infilai le puntine delle dita…peccato che era un insieme di prese “fai da te” collegato alla corrente. Ebbi la sfacciata fortuna che nell’officina fosse presente il vicino di casa (un “gitano” che viveva in una baracchetta nel giardino dei vicini e che ogni tanto lavoricchiava per mio padre) che mi vide, capì e preso da un lampo di genio corse a staccare la corrente. Da quel giorno lo chiamarono “milagro”, per la miracolosa salvezza! Io me la cavai discretamente visto che ho solo poche cicatrici….non so dirvi però se quella fulminata abbia in qualche modo contribuito alla mia strambataggine o alle follie di ordinaria quotidianità che mi accompagnano sempre.
Fatto sta che ho un morboso attaccamento per ogni tipo di attrezzo, elettrico e non, tanto da poter passare delle ore in un OBI o in una qualsiasi ferramenta…
Oggi eravamo in casa della nonna del mio fidanzatino, che già tempo addietro mi disse “cara, se vuoi puoi prendere ciò che vuoi dalla cantinetta, mi dispiacerebbe che andassero perduti”. la cantinetta era il tempio del super nonno W., uno di quelli d’altri tempi, di quelli che riparavano ogni cosa.
Oggi ho iniziato la razzia nella cantinetta. Mi sentivo come un bimbo in un negozzio di caramelle…sicuramente stavo pure sbavando. Insomma, son tornata a casa con una scatoletta piena di tesori, tra cui due tipi diversi di saldatori a stagno, due calibri di quelli fighi in metallo, vari cacciaviti, una serie di pinzette che saranno utilissime per le mie collanine, e addirittura ho trovato un paio di pinze uterine
(e voi direte “e che sono?!?”)
sono pinze chirurgiche per tenere tirato l’utero
(e qua scatta la seconda domanda “e tu come lo sai?!?” oppure “che cos’è l’utero?!?” magari per quello prima o poi dedicherò un post)
beh, sono una futura ostetrica che ha anche a che fare con la sala operatoria -a proposito, domani inizierò il tirocinio proprio là!-
Il nonno W. pare fosse un portento,peccato non essere arrivata in tempo per conoscerlo!!!
Psicologa Cecilia Autelli
Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica