Furgon-tour…

Eravamo rimasti che vi dovevo raccontare il viaggio mi pare. Quasi 1300 km in 2 giorni

Son stati dei giorni un po’ di fuoco….


Per arrivare a Parigi non ci ho mai messo così tanto, per paura di perdere il treno visto che non ero mai andata a Treviso aeroporto son partita con un pochino di anticipo e arrivata tipo un’ora e mezza prima. Fatto sta che avevo l’aereo alle 15.30 e siamo uscite di casa alle 9. Mattinata piovosa. Connessa a Facebook vedo una amica di Levico nella chat e le chiedo se per caso era in zona per scroccare un passaggio e bingo! eravamo già prontissime e di corsa in stazione con tipo 30-40 minuti di anticipo.
Dopo 3 treni e un autobus arriviamo all’aeroporto, il tempo rimastoci lo passiamo in fila. Fila per informazioni, fila per entrare chec-in chec-up, fila per entrare aereo.
Volo. Arrivo al sempre lontanissimo aeroporto di Beauvais. Alle 20 finalmente siamo all’Operà e becchiamo la sorella per mangiare da Kintaro che tra una cosa e l’altra si mangia forse alle 21, non ricordo.
Il nano e una strada non compresa mi han fatto sbagliare

Giorno dopo Lucilla ci abbandona e ci fa perdere un sacco di tempo.  Alla fine gambe in spalla e via verso la motorizzazione dove si scopre che io non servivo e poi verso l’assicurazione dove serviva solo la mia patente. Comunque, malcomprensioni con la sorella mi fanno perdere un bel atelier sulla fascia che mi ero prenotata.
Pomeriggio poi passato a passeggiare per Parigi con la mamma e il nano Canederlo

Il giorno dopo anche se avevamo messo la sveglia alle 7-7.30 siamo partite effettivamente alle 12.30. Tra docce, comprare i croissant, andare a prendere il furgon-camper e metterci dentro la Lucilla è passato il tempo, già perchè spostarlo per le strette vie della Parigi periferica non è stato affatto facile.
Consiglio, se volete uscire da Parigi non affidatevi a una bionda che Twitta…
Dopo aver perso mezz’ora per tornare indietro e recuperare la giusta strada e dopo i primi 200 km lontani da Parigi sento un bel rumore appena acceleravo, il classico rumore “oddio si è staccato qualcosa dal motore”.

Il classico rumore, quello che poi se segui il tubo della marmitta ti accorgi che si è completamente rotto proprio all’imboccatura del motore. Quindi via a cercare un meccanico che saldi, ma che abbia “la saldatrice” quella con la fiamma ossidrica e che abbia anche il tempo per farlo. Al terzo meccanico finalmente troviamo uno che non rimanda al giorno dopo o che non usa scuse del tipo “noi non saldiamo”. Smonta il pezzo, parte col furgoncino e va dall’amico saldatore e nel giro di mezz’ora torna con la marmitta saldata. La rimonta, e ci saluta.
Facciamo senza soste lunghe altri 400 km e ci fermiamo in un paesello della Borgogna a dormire in un B&B.
800 km e passa ci aspettano tra cui 11 da fare sotto il monte Bianco.
in totale sono state 14 ore perchè a una media di 110 km orari e in alcuni casi per arrivare alle alpi si andava in salita anche a meno…lenti lenti lenti
Poi le code a Genova, le soste per sgranchirsi, per un caffè, due caffè, tre caffè

Arrivati a destinazione finalmente dopo le infinite curve e gallerie e code di Genova, alle 23 a Livorno. Scesa dal furgon-camper non so effettivamente dove avessi le forze per guidarlo gli ultimi km perchè non mi reggevo in piedi. Il viaggio si è concluso poi domenica tornando verso Trento con altri 450 km fatti in treno…

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Sono Carolina Celsan, laureata con Lode all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma nel 2019. Dopo quasi 5 anni di esperienza ospedaliera, ho capito che

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