Coppette mestruali insolite

Perchè dedico un post alle coppette mestruali insolite? Bene o male le coppette mestruali hanno la solita forma a campanella, possono essere più o meno grandi, più o meno morbide.

Ma ci sono delle coppette particolari. Alcune nate per pensare di creare un design completamente diverso oppure per offrire cose nuove, che le altre coppette non offrono.

Oggi vedremo quelle che possiamo trovare nei negozi online e provarle. Queste sono la Softcup, la Femmycicle, la Lilycup e la Lily Compact di Intimina, e la Amycup con applicatore.

Ho già parlato della Softcup quando ho presentato i vari dispositivi che si possono usare per avere rapporti “puliti” durante le mestruazioni. Oltre a permettere la penetrazione, questa coppetta è particolare perchè  aderendo in vagina alla zona della cupola vaginale e anche con una sezione “obliqua” è perfetta per quelle donne che hanno tensioni muscolari e le coppete di media o accentuata tonicità aumentano i dolori mestruali prechè premono sulla vagina e aumentano la pressione pelvica. E’ una coppetta che non ha molta capienza e appena si riempie un po’ 5/10 ml e si usano i propri muscoli del pavimento pelvico, la coppetta perde aderenza e inizia a perdere. Conoscendo questo limite si può imparare a usarla e svuotarla spesso. La puoi trovare sul sito coppetta-mestruale.it o su kondom.it

softcup

Le coppette Lilycup di Intimina hanno una forma simile a quella normale, o almeno di più rispetto a quelle che mostrerò in questo articolo, ma nel mezzo delle mie 80 coppette risaltano come diverse. Osservandola di lato è una specie di imbuto storto, ha un lato più alto e uno più corto. Questo fa si che il bordo poi in vagina vada a toccare le pareti vaginali su una sezione non proprio trasversale, quindi dia meno fastidio ai muscoli e sia più confortevole per quei pavimenti pelvici che durante le mestruazioni sono più tesi e doloranti.
La seconda differenza più rilevante, sta nel bordo che non è come gli altri, è una specie di costola che fa da “bordo portante” che ha una interruzione a metà, questo taglio fa si che il bordo riesca a tenere la coppetta aperta ma che non influisca sulla pressione pelvica, se i muscoli del pavimento pelvico la “schiacciano” il bordo cederà facendo socchiudere la coppetta. Il silicone è molto morbido e non manterrebbe la forma se non fosse proprio per questo bordo particolare e per delle due “lische” sempre in silicone ma un pelo più spesse (come le stecche sui corsetti per intenderci) che ha sul corpo che vanno dal bordo al gambo. Una sta sul lato più lungo in corrispondenza della interruzione del bordo e l’altra di fronte, proprio sul punto più corto. E’ una coppetta abbastanza lunga e il gambo potrebbe dar fastidio. Può essere tagliato con cautela, controlando via via quanto ne resta affinchè non si rischi di bucare la coppetta. Alla fine si può limare, con la lima per unghie o carta vetrata sottile, il silicone per togliere i segni dei tagli e lasciare il tutto liscio.
E’ fatta con un ottimo silicone vellutato che di solito se la forma convince la donna, il toccarla non fa altro che aumentare l’amore verso questa coppetta.

lilycup bordolilycup intimina


Un’altra coppetta insolita, sempre di Intimina, è la Lily Cup Compact. Sembra ispirata a uno di quei imbuti o bicchieri che si richiudono su se stessi, e l’obiettivo di questa coppetta è proprio quello: diventare un dischetto che sta comodamente in una scatolina di plastica. L’idea è proprio quella di passare il messaggio che è una coppetta che occupa poco spazio e la si può portare sempre in borsa. Personalmente penso che tutte le copette occupino poco spazio, nela mia enorme trousse infatti di solito ne ho 3: questa di Intimina a imbuto, la softcup e la organicup. Diciamo che quella che uso di più è la organicup mentre le altre due all’occorrenza, tipo la Lilycompact sono certa che sarà sempre in borsa perchè la uso poco, così se le mestruazioni arrivano a tradimento ecco che son pronta.
E’ una coppetta molto morbida e se non si ha una buona dimestichezza con l’inserimento delle coppette, può risultare una coppetta “difficile”. Il rischio è che la coppetta si chiuda (come quando la si vuole chiudere per metterla dentro la scatolina) mentre la si inserisce, lungo le scanalature, mi succede spesso quando la uso. Controllo e cerco di ravanare per farla aprire bene dentro. La piegatura che riduce al minimo questo rischio è la pushdown. Un altro difetto è che hanno poco volume, sia la taglia piccola che quella grande.

LilyCup Compact coppetta mestruale

La “coppetta lampadina” come la chiamo io, ogni tanto nomino le coppette particolari con nomignoli che le descrivono meglio. La coppetta è la Amycup con applicatore.
Credo che per questa forma particolare si siano inspirati ai tampax con applicatore. Solo che un assorbente interno è assai più semplice da inserire rispetto a una coppetta, e funziona in una maniera completamente diversa. Suppongo che sia nat pensando a quelle donne che non hanno voglia, o non se la sentono, di “ravanare” in vagina con alta possibilità di macchiarsi le mani si sangue mestruale.
Ho provato questa coppetta, ci ho messo dei mesi per auto-convincermi, si vede che già l’occhio esperto mi aveva fatto pensare a come sarebbe stato. La coppetta va piegata e inserita nell’applicatore, sul lato senza liscio, magari usando un po’ di lubrificante- a base acquosa senza oli o siliconi-, poi inserito in vagina. Se lo si mette troppo in profondità la coppetta molto probabilmente uscendo resterà piegata a metà e si incastrerà tra la cervice e la parete vaginale, in uno dei fornici. Se lo si inserisce troppo poco in profondità, farà fatica ad aprirsi perchè c’è l’ingombro della sinfisi (articolazione tra le due ossa pubiche). Una volta inserita al punto giusto (si, lo si trova solo provando e riprovando), si inserisce un dito dentro il tubo di plastica (l’applicatore) e si spinge la coppetta fino a farla uscire, quindi vi consiglio di controllare che sia effettivamente aperta, perchè andare in giro con una coppetta non aperta è come non avercela. Quindi ecco che si deve ravanare. Il silicone usato è una miscela particolare e per permettere poi di poterla “avvitare” per toglierla, deve avere una certa rigidità e poca elasticità, rende questo silicone simile al TPE usato per le coppette meluna, e l’apertura di queste coppette con o senza applicatore, è sempre un punto interrogativo p’punto perchè mancano di elasticità ed è possibile che restino piegate a metà e si deve si o si ravanare.

amycup con applicatore

Per toglierla con l’applicatore questa volta lo si inserisce in vagina dal lato con le scanalature, che in teoria serviranno per avvitare la coppetta. Ora, si deve essere brave a trovarla e a incastrare bene i due incastri e poi avvitare una buona parte per poterla tirare fuori. Se riuscite quindi vi troverete in mano una ventosa degna di nota e l’unico effetto sarà quello di non riuscire a togliere la coppetta, almeno per la forma della mia vagina e credo che capiti a molte altre.

Questa coppetta ha una forma particolare che fa si che le pareti vaginali si richiudano molto su di essa e questo poi la faccia risalire e la “trattenga” quando la si vuole togliere. Anche se ha i fori la forma del bordo e del “gambo” non permettono molto che entri aria e che si rompa il vuoto, quindi resta fissa a ventosa. Inoltre se con l’applicatore si ha fatto fatica a trovarla e la coppetta è stata spinta ulteriormente, si ha ancora di più l’effetto vuoto → ventosa.
Tirare in un qualsiasi modo, anche per cercare di rompere il vuoto, porta un male cane alla cervice.
Di solito si schiaccia la base della coppetta e deformandola si fa entrare aria dentro attraverso i fori. Qua la coppetta non si deforma quindi non entra aria. Per toglierla ho faticato per arrivare fino al bordo e deformarlo con il dito. Il materiale rigido poi mi ha dato un bel po’ di fastidio uscendo.
Può anche essere usata senza applicatore, infatti la vedono anche senza, ma non ha comunque una forma che fa aderire molto le pareti vaginali rendendo la rimozione della coppetta difficoltosa. Suggerisco di prestare attenzione a quando la si toglie!

Ultima coppetta di questa serie è la “coppetta campana”, la Femmycicle. Io ho il primo modello e ora in commercio ce ne sono 4: per cervici basse, regular, teen, e il modello che ho io che è High cervix. Nei negozi che la rivendono si trova ancora il vecchio modello che vien chiamato “high cervix” mentre la ditta vende solo i 3 modelli nuovi. Mi domando se questa scelta non sia derivata dalle possibili lamentele.
Non so quanto possa cambiare la situazione con gli altri modelli e mi piacerebbe poterle provare. Usando il modello “high cervix” nella mia vagina da coppette taglia S ho avuto una brutta esperienza. L’ho usata per una mestruazione e agli ultimi giorni mi son sentita la cervice più bassa, tipo a metà strada. Sul gruppo delle coppette mestruali quando ci fu il boom di questa coppetta, alcune donne hanno riferito di essersi trovate la cervice quasi o addirittura all’entrata vaginale. E’ poi tornata in loco, ma la cosa non credo debba passare inosservata.
Potrebbe essere che scegliendo la taglia giusta non ci siano questi effetti di “risucchio”. Resto comunque preoccupata per quanta aspirazione fa questa coppetta e resto con tanti dubbi. Se a una donna piace suggerisco di fare attenzione a quando la toglie cercando di far entrare bene l’aria dentro affinché tirando l’imbuto che ha non si capovolga e non resti attaccato alla cervice, facendo come una ventosa. E di controllare spesso la posizione della propria cervice e se si nota spesso che è in posizioni più basse rispetto al solito, di chiedersi se sia utile usare ancora quella coppetta e magari cambiare modello o direttamente marca.

femmycicle succhiottofemmycicle dito


Questi sono gli esempi che faccio di solito durante gli incontri delle coppette mestruali. Come nuovo aggeggio per farsi i succhiotti finti per poi andar a far ingelosire qualcuno, non lascia per nula succhiotti seri ma solo un alone rosso che comunque fa pensare. E il risucchio del dito che dopo pochi minuti diventa viola.

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Psicologa Cecilia Autelli

Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica

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