Prendersi cura delle lacerazioni post parto

Durante la nascita del bambino, e più precisamente durante il periodo espulsivo ovvero quando la donna spinge per aiutare il suo bambino a nascere, la pelle della vulva e la mucosa vaginale possono lacerarsi spontaneamente o può essere stata fatta una episiotomia, perchè viene fatta senza motivo o perchè il bambino doveva essere aiutato a nascere velocemente.
Queste ferite possono essere molto fastidiose per la donna, perchè è una zona molto delicata che ha subito grandi trasformazioni durante la gravidanza e soprattutto durante il parto e deve sostenere il peso di tutto il corpo quando la donna si siede o compie determinati movimenti.

Le cose cui la donna era abituata a fare presentare problemi o creare dei blocchi: andare in bagno può causare timore per il dolore che si potrà sentire e spesso è solo una paura che di fatto non si avvertirà, spesso mentre la donna urina questa entrando in contatto con la ferita fa sentire bruciore alla donna.
Nei primi giorni dopo la nascita del bambino l’igiene è molto importante e va curata. La vagina deve essere lavata quotidianamente più volte -quasi tutte le volte che si reca in bagno- e cercare di lasciare la vulva ben asciutta, usando un asciugamano per tamponare o degli scottex, alcune donne hanno trovato molto comodo il phon che asciuga bene senza toccare i punti evitando di usare una temperatura troppo calda e a una distanza ragionevole.
L’uso dei detergenti intimi, anche se con un pH adeguato e con prodotti naturali, va limitato a una volta al giorno, le restanti volte si può tranquillamente lavare solo con acqua o usare un po’ di infuso di calendula o di lavanda che sono antisettiche e aiutano la cicatrizzazione.
Una cosa molto importante è cambiare spesso l’assorbente per tenere asciutta la cicatrice il più possibile. Gli assorbenti che si possono usare sono quelli appositi per il dopo parto, quelli normali da mestruazioni, quelli ecologici, quelli lavabili. La coppetta mestruale non può essere usata dopo il parto perchè i tessuti devono ancora riprendersi e si potrebbero danneggiare.
Una volta che la donna si è lavata per bene la vagina con l’acqua e si è asciugata non è necessario che disinfetti.
La sutura viene eseguita con un filo che si dissolve nel giro di 7-14 giorni e i punti cascano da soli. E’ possibile però che i tessuti possano recuperare la loro tonicità prima che i punti caschino e questo possa provocare del prurito proprio all’altezza della sutura. Questo non significa che c’è una infezione ma che quel punto non è più necessario e può essere rimosso, potrebbe altrimenti continuare a creare fastidio alla donna.
I punti che vengono dati sono fatti con un filo speciale che si scioglie dopo almeno 7 giorni, alcuni durano anche 2 settimane o poco più, così i punti man a mano che passa il tempo cadono. La vulva appena dopo il parto ha una forma, i tessuti si sono distesi per lasciare lo spazio necessario al bambino e i punti sono stati dati proprio quando questi tessuti non erano tonici, dopo qualche giorno dal parto invece la donna inizia a recuperare e a tonificarsi di nuovo e quindi può insorgere questo fastidio. Questo fastidio può attenuarsi con dei lavaggi con acqua tiepida o con l’applicazione dell’olio di mandorle, iperico o calendula, e basterà aspettare che i punti si stacchino da soli. Altrimenti contattare la propria ostetrica per una visita per farsi togliere quelli che danno fastidio e approfittare per fare due chiacchiere!
Come accennato prima durante l’orinazione la donna può sentire del bruciore quando l’urina passa sopra la ferita. Basterà versare dell’acqua mentre lo si fa, facendola sul bidet o usando una bottiglietta di plastica. Questo è giusto per i primi giorni e appena si rimargina la ferita viva non si avverte più il bruciore, e comunque non tutte le donne hanno questo problema, dipende dalla posizione delle ferite, dalla composizione dell’urina e dallo stato di cicatrizzazione.
Uno dei timori che le donne raccontano dopo che hanno avuto bisogno di una sutura per una lacerazione spontanea o una episiotomia è l’andare in bagno a scaricare. Sia per la paura di sentire dolore che per la paura che saltino i punti. Alla fine solo provando scoprono che non è come se lo immaginavano. Spesso le donne che partoriscono in ospedale hanno un blocco dovuto al posto più questo timore della lacerazione e del dolore che può essere ben riposto, la zona è talmente delicata che il pensiero di sottoporla ancora a uno stress non deve essere facile. Più però le feci restano nell’intestino crasso più diventano dure perchè l’acqua viene assorbita, quindi si dovrebbe cercare di non far passare molto tempo per ridurre le difficoltà. Oltre ai rimedi classici, come la peretta piccola alla glicerina e calendula, al clistere piccolo da 100 ml o alla supposta di glicerina che possono aiutare la donna ad ammorbidire le feci o a lubrificare il retto, può prima aiutarsi con l’alimentazione. Bere molta acqua (almeno 2 litri al giorno) e aumentare il consumo di verdura e frutta. Tisane di malva, altea e altre mucillaggini come aumentare il consumo del lino possono aiutare perchè creano un gel che è molto utile per la stipsi e in questi casi potrebbe essere d’aiuto. Spesso è l’arrivo alla propria casa, alle proprie abitudini che aiuta la donna ad andare in bagno.
Se non ci fossero sintomi o segni (dolore o strani gonfiori o cattivo odore)particolari non c’è bisogno di controllare i punti.

Fonti:
“Fitoterapia” di Fabio Firenzuoli
“Enciclopedia della Fitoterapia” di Riza
“Cura delle malattie con Piante e Aromi” di Jean Valnet
SaperiDoc – L’episiotomia
“Manuale di sala parto” di Alberto Valle, Salvatore Bottino, Virginio Meregalli, Alberto Zanini

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Psicologa Cecilia Autelli

Mi chiamo Cecilia Autelli e sono una psicologa. Inoltre, sono iscritta al terzo anno della scuola di psicoterapia a indirizzo cognitivo-neuropsicologico. Nella mia pratica clinica

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